Salve a tutti,

Primo articolo di questo genere e spero non l’unico. Oggi volevo soffermarmi con voi sull’infinita questione Drobo. Ma per prima cosa cosa diavolo è il drobo ?

Detto in termini spiccioli è una NAS (Network Attached Storage) categoria di dispositivi che facendo uno stupro intellettuale fanno parte della categoria delle memorie di massa, i quali però hanno come porta di comunicazione non la semplice USB ma una porta di rete (Ethernet). Ho utilizzato la parola stupro facendo riferimento alle memorie di massa perché si rientra in quella categoria però il termine memoria di massa applicato ai NAS risulta oltremodo restrittivo. Infatti un NAS è un computer che funge sostanzialmente da server di rete per condividere i dati memorizzati al suo interno.

Voi direte e quel’è la differenza ?

Beh la differenza, ed è sostanziale è che un normale computer che condivide il file rimane tale mentre un NAS in pratica fa solo quello ed il sistema operativo che fa girare è decantato specificatamente per questo.

Dopo questa piccola introduzione alla cosa vorrei partire con le mie riflessioni su quello che prende il nome di Drobo. Premesso che ne ho due a casa uno in versione 5 Bay (uguale a quello in foto) ed un altro ad 8 Bay, ed essendo i miei primi acquisti in fatto di NAS, sono sia contento di alcune Features che parecchio scontento di altre, ma partiamo con ordine.

Iniziamo con i lati positivi, ne abbiamo ?

Certo, primo fra tutti il motivo principale per cui si sceglie un sistema come questo, la sua tecnologia proprietaria denominata BeyondRAID. Dietro questo nome futuristico si cela un sistema di virtualizzazione grazie al quale i maggiori limiti delle varie tipologie di Raid decadono, senza però pagare un piccolo prezzo, ma andiamo con ordine. Per chi non abbia mai sentito parlare di RAID non si spaventi più di tanto, è una tecnologia inventata nei ormai lontani anni 80 e consisteva nel concatenare una serie più o meno lunga di dischi rigidi per superare da una parte il limite di capacità della singola unità (RAID 0) aumentando le prestazioni complessive del sistema, però lasciando esposto il sistema ad un rischio uguale alla precedente situazione, ovvero che perso un disco si perdevano tutti i dati, oppure aumentare la sicurezza creando ridondanza dei dati perdendo il fattore velocità (RAID 1). Col tempo ed all’insorgenza di sempre maggiore spazio unito a più ridondanza possibile cercando di contenere i costi, si crearono col tempo nuove classi di RAID ed infatti il Drobo utilizza un misto tra RAID 5 (Ridondanza Singola) e RAID 6 (Ridondanza Doppia) a seconda della scelta dell’utente, eliminando però il grosso problema del sistema RAID, la sua rigidità. Infatti in un normale sistema RAID alla perdita di un disco bisogna copiare i dati altrove, degradare il RAID, sostituire il disco difettoso, ricreare L’Array e ricopiare i dati sopra, un vero calvario se si pensa che oggi 4 TB iniziano a stare stretti alla maggior parte delle persone, ed è qui che entra in gioco la virtualizzazione del BeyondRAID. Questo tipo di virtualizzazione, che ricordo parte da una distro Linux con pensanti personalizzazioni è assai difficile da capire a fondo, crea un disco virtuale di massimo 16 TB sul 5N (limitazione del file System utilizzato, ovvero Ext2) e 32 TB sul Drobo 800FS (Gira su file System Ext3) che da la possibilità di utilizzare dischi di differenti dimensioni e di sostituire i dischi difettosi senza dover copiare i dati altrove e senza degradare l’Array, lasciando al sistema il gravoso compito di gestire i dati per noi.

Questo fattore molto importante elimina i problemi della tecnologia RAID però essendo comunque una virtualizzazione di un sistema e non un RAID gestito in maniera nativo ha il grosso problema di avere cali di prestazioni anche consistenti durante operazioni gravose. Ed è qui che entra in gioco il protocollo SSH.

Infatti agendo da terminale eliminiamo tutti i possibili ritardi dell’interfaccia grafica e l’odiosa ricostruzione delle cartelle di OS X che ultimamente mi sta dando parecchi problemi anche durante semplici spostamenti di documenti. Non aiuta il penoso software che necessita il Drobo per la sua gestione ovvero la Drobo DashBoard (Gestione delle Partizioni, Creazione Utenti e amministrazione dei privilegi, Controllo sui Dischi e sull’efficienza del sistema ecc.) che per funzionare in maniera corretta installa alcuni demoni e alcuni file a basso livello in Mac OS X che col timer alla mano rallentano di anche diversi secondi la reattività di qualunque operazione svolta dal Finder, rispetto alla stessa operazione effettuata utilizzando il terminale.

Mi scuso per la lunghezza e per aver accelerato di brutto verso la fine dell’articolo però la parte pratica di come si installa SSH sul Drobo al pari delle altre App, sarà oggetto di un articolo e di un video prossimamente.

A Presto !!